Il certificato di agibilità è un documento fondamentale per la regolarità urbanistica di un immobile. Quando si decide di vendere casa è importante presentare, insieme a tutta la documentazione, anche questo atto.
Cos’è e a cosa serve il certificato di agibilità? Quanto costa? Ma soprattutto, è possibile fare il rogito se manca questo certificato?
Vendere casa: cos’è il certificato di agibilità?
Secondo l’art. 24 del Testo Unico sull’Edilizia, ”il certificato di agibilità è un documento tramite il quale si attesta che un determinato immobile, a seguito dell’edificazione o di determinati interventi, possegga le condizioni di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico definite dalla normativa vigente e che sia stato realizzato secondo quanto indicato nel progetto”.
Per poter vendere una casa è necessario che ci sia, insieme a tutti gli altri documenti, il certificato di agibilità. Secondo una sentenza della Corte di Cassazione, questo documento è indispensabile per la commerciabilità economica di un immobile.
A cosa serve il certificato di agibilità quando si vende casa?
Con il certificato di agibilità si dichiara che un immobile è conforme a determinati standard di sicurezza e igienico- sanitari. Questo serve a garantire che in fase di costruzione o di ristrutturazione siano state rispettate le prescrizioni vigenti per legge, cioè che l’edificio è “salubre e vivibile, è ‘sicuro’ ed è conforme dal punto di vista urbanistico.”
Fino al 2013 vi erano due tipologie di certificazioni:
- il certificato di abitabilità: per gli immobili ad uso abitativo;
- il certificato di agibilità: per gli immobili non residenziali.
Con il Decreto Legge 69/2013, è stata introdotta la Segnalazione Certificata di Agibilità, chiamato anche SCA, che ha unito i due certificati.
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Per quali immobili viene richiesto il certificato di agibilità?
L’agibilità di una casa e quindi la sua abitabilità sono due delle caratteristiche principali di un immobile. La mancanza di queste rende l’immobile impossibile da utilizzare.
Per questo l’abitabilità deve essere richiesta per qualsiasi tipo di immobile, quindi anche se non si vuole utilizzare per uso abitativo.
Il certificato deve essere presentato per tutti gli immobili nel caso di:
- nuove costruzioni;
- ricostruzioni o sopraelevazioni, totali o parziali;
- interventi sugli edifici esistenti
La segnalazione certificata di agibilità deve essere presentata in Comune entro i quindici giorni:
- della fine dei lavori di realizzazione di una nuova costruzione
- oppure dalla fine dei lavori di ristrutturazione.
Certificato di agibilità: come richiederlo, quanto costa?
Il certificato di agibilità deve essere richiesto presso il Comune di residenza, allo sportello dell’edilizia, presentando la seguente documentazione:
- ricevuta della domanda di accatastamento dell’edificio;
- dichiarazione in cui si attestano la salubrità degli ambienti;
- attestato di conformità degli impianti, ad opera dello specialista responsabile dell’ installazione;
- attestato di certificazione elettrica, rilasciata dal tecnico responsabile dell’installazione.
Sarà compito del Comune dare una risposta entro 30 giorni.
Invece, per quanto riguarda i costi da affrontare, questi possono variare da Comune a Comune ma, a conti fatti, il tutto dovrebbe aggirarsi intorno ai 150 euro.
Si può fare il rogito senza certificato di agibilità?
Quando si decide di vendere un’abitazione è importante presentare il certificato di agibilità dell’immobile. Va tuttavia sottolineato che un immobile può essere venduto anche senza il certificato.
Vediamo i vari casi specifici:
- è possibile, infatti, che l’agibilità sia stata richiesta ma non ancora rilasciata, in questo caso sarà sufficiente citare nell’atto di compravendita gli estremi della domanda;
- nel caso in cui non sia stata presentata ancora la domanda in Comune, è possibile fissare un accordo tra le parti, in modo che l’obbligo di richiesta sia trasferito dal venditore al compratore.
Il rogito può essere stipulato anche senza certificato di agibilità, ma di fatto l’affare, dal punto di vista economico, è a rischio perché si sta vendendo un bene che potrebbe essere non conforme.
In ogni caso, la mancanza del certificato non è condizione tale da comportare una nullità dell’atto, ma può essere comunque considerato un danno per il quale chiedere risarcimento.
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